giovedì 29 marzo 2018

LA PRIMAVERA, L'AVENA E LE PIANTE SELVATICHE

Silene 

Un tempo accadeva quasi sempre che la stanchezza fosse la conseguenza di un intenso lavoro fisico. Fino a qualche decennio fa, infatti, la maggioranza degli uomini e delle donne del nostro Paese passavano le giornate sudando nelle campagne, nelle fabbriche, sulle impalcature. Oggi questo non succede quasi più. Chi, in questa stagione, sente di essere eccessivamente stanco, svogliato, senza energie non accusa generalmente l’eccessivo lavoro muscolare, ma piuttosto l’impegno nervoso e mentale, le tensioni emotive, il ritmo sostenuto degli obblighi lavorativi e famigliari. Di fatto, per molte persone la primavera e l’affacciarsi della stagione più calda costituiscono il culmine di un impegno pressante iniziato diversi mesi prima. Pensate a chi frequenta la scuola o ci lavora, ma anche semplicemente a chi ha fatto qualche settimana di vacanza solamente nell’estate scorsa. Per molti motivi in questa stagione le risorse mentali, emotive e anche organiche sono per molti vicine allo zero. Proviamo a scoprire cosa ci offre la natura per migliorare le nostre condizioni psicofisiche.

L’avena, innanzitutto
È il cereale energetico e stimolante per eccellenza: 100 grammi di fiocchi d’avena sviluppano circa 400 calorie.
Una buona minestra d’avena o un sostanzioso müesli (la zuppa con latte, miele e fiocchi di cereali arricchita con mele e noci, tipica dell’alimentazione contadina nella regione delle Alpi) tonificano l’organismo affaticato e contrastano la depressione e la stanchezza psichica. L’avena, inoltre, favorisce la riduzione del colesterolo sanguigno, ha un'azione diuretica e stimola l'intestino pigro.
Le mandorle sono particolarmente preziose nei casi di stanchezza fisica e intellettuale. Anche chi è in balia di difficoltà emotive e nervose trova nella mandorla un aiuto eccellente. La mandorla è ricca di buone proteine (16%), di calcio e di fosforo e risulta quindi un nutrimento di prim'ordine, da qualcuno chiamato addirittura "bistecca vegetale".
5-10 mandorle completano e danno maggiore validità alla prima colazione. Una ventina, assieme a verdure crude e cotte e a qualche fetta di buon pane integrale a lievitazione naturale, costituiscono invece un pasto energetico, rivitalizzante e di facilissima digestione.

I germogli e le piante selvatiche

Le gemme e i nuovi getti delle piante contengono in grande quantità sostanze che promuovono la vitalità dell'organismo e la sua resistenza alle malattie. L’abitudine primaverile di raccogliere le tenere piantine selvatiche commestibili è un modo tradizionale di approfittare di questa ricchezza che la natura ci mette a disposizione. Le giovani foglie di tarassaco e di crescione, le foglie e i boccioli di primula, qualche cespo di silene o di valerianella possono arricchire di salute le già appetitose insalatine primaverili. Queste ultime, dopo la comprensibile preferenza accordata alle verdure cotte durante la stagione fredda, debbono ritornare con abbondanza sulla tavola. Preferibilmente come ottimo antipasto.

venerdì 16 marzo 2018

PRIMAVERA NEL PARCO DELL'ADIGE


Segnalo questa serie di interessanti iniziative che si svolgeranno nella prossime settimane primaverili presso l'azienda agricola biologica La Folaga Rossa nel parco dell'Adige a Verona. Leggete con attenzione gli appuntamenti: ce n'è per tutti (grandi e piccoli) e per tutti i gusti. Il posto è incantevole e merita una visita.
Mi permetto di segnalare l'appuntamento di sabato 16 giugno, nel quale presenterò il mio recente libro di ricette vegetariane e vegane IL CIBO DELLA TERRA. Trovate qualche altro particolare sul libro anche qui.

lunedì 12 marzo 2018

LA SEGALE? ROBA DA TEDESCHI...


Molti rispondono così, troppo sbrigativamente, a chi sostiene la bontà e l’utilità per la salute del pane di segale. Sbagliando clamorosamente. In buona fede probabilmente. Serve comunque un supplemento di informazione su questo cereale che oggi è coltivato e consumato prevalentemente nelle zone a clima freddo come l’Europa centro-settentrionale e orientale. Nel Medio Evo, tuttavia, vi furono lunghi periodi in cui la segale era la graminacea più seminata nella pianura padana e più consumata dello stesso frumento.
Storicamente, il consumo della segale tende a diminuire mano a mano che il tenore di vita aumenta. È un vero peccato perché la segale e il pane di segale sono alimenti con notevoli proprietà nutrizionali. Si pensi solo che la segale ha un contenuto proteico che si aggira intorno al 13%, è ricca di minerali come calcio, potassio, magnesio, fosforo ed è in grado di apportare notevoli quantità di fibre. La segale e il pane di segale sono utili nella dieta del diabetico, in caso di stitichezza, per prevenire la formazione delle varici e delle emorroidi e per contrastare i processi di indurimento dei vasi sanguigni che sfociano nell’arteriosclerosi e nella malattia cardiovascolare. È evidente allora che i sedentari (spesso sofferenti di stitichezza), gli ipertesi e tutti coloro che, per l’età avanzata oppure per le abitudini alimentari scorrette, hanno un sangue troppo facilmente coagulabile e con una pericolosa facilità alla formazione dei trombi farebbero bene a consumare il pane di segale con maggiore regolarità.
Segnalo infine una ricetta originale dell’abate Kneipp, il parroco tedesco a cui si deve la riscoperta dell’idroterapia, realizzata con pane di segale. L'abate Kneipp (1821-1897) consigliava volentieri questa zuppa ai ragazzi deboli e malaticci, agli anemici e alle persone anziane per la sua facile digeribilità e il suo valore nutritivo.

Zuppa nutritiva dell'abate Kneipp (per 4 persone)

250 g di pane di segale
1 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
1 spicchio d'aglio
1 foglia d'alloro
1 rametto di rosmarino
2 foglie di salvia
sale marino integrale
olio extra vergine d'oliva

Mettete tutte le verdure, gli aromi e un pizzico di sale in un litro e mezzo d'acqua, fate bollire per 30-40 minuti e poi passate al passaverdura. Nel frattempo, tagliate il pane di segale a dadolini e metteteli in forno per qualche minuto. Ponete il pane tostato sul fondo delle ciotole e copritelo con qualche mestolo di minestra. Condite con un cucchiaio d’olio.


sabato 3 marzo 2018

LA TELEVISIONE INGRASSA?


I genitori a volte dimenticano. Oppure, per comodità o per sfinimento, cedono. Eppure è da molto tempo che nutrizionisti, pediatri e specialisti in disturbi del comportamento alimentare sottolineano l'importanza di non mangiare davanti alla televisione accesa. Un consiglio che vale per tutti, ma soprattutto per bambini e adolescenti. È ormai arcinoto che consumare i pasti davanti al piccolo schermo è il metodo migliore per ridurre l'interesse per almeno due fondamentali aspetti della nutrizione: l'attenzione per la quantità e la qualità del cibo e la masticazione accurata. Con l'immediata conseguenza che aumentano inconsapevolmente le calorie introdotte, mentre il numero delle masticazioni cala drammaticamente verso lo zero. Non è difficile immaginare le ripercussioni sull'organismo. A questo proposito, i ricercatori della School of Psychology dell'Università di Birmingham (lo studio è stato pubblicato qualche anno fa sulla rivista Appetite 2009;52:39-43) hanno aggiunto ancora qualche elemento di riflessione. Si è scoperto infatti che la TV davanti al piatto influenza anche la memoria di ciò che è stato consumato durante il pasto. Non si tratta di una banalità o di una questione sulla quale scherzare (“non mi ricordo niente, nemmeno quello che ho mangiato a pranzo!”). Siamo invece di fronte ad un ricordo prezioso perché, è stato provato, tende a regolare l'introduzione di cibo nel pasto successivo. Infatti, le giovani studentesse che avevano pranzato davanti ad un video di 10 minuti, nella merenda seguente tendevano a consumare un numero di biscotti maggiore rispetto alle compagne che avevano assunto il pasto senza distrazioni (oltre a ricordare meno vivamente le caratteristiche e i sapori del pranzo). Non sfugge a nessuno che questo meccanismo perverso possa aprire la strada all’aumento eccessivo di peso e a tutte le patologie che vi sono collegate. Certo, non da solo. Ma non è un buon motivo per sottovalutare questa abitudine, tanto dannosa quanto diffusa.