Ogni femmina di mammifero produce il latte adatto alla crescita dei piccoli della propria specie: si dice infatti che il latte è un alimento specie-specifico. Anche a una rapida
comparazione, è evidente che la maggior ricchezza in sali minerali e in
proteine del latte vaccino è perfettamente idonea alla stazza del
vitello e ai suoi ritmi di crescita. Molto meno invece a quelli di un
cucciolo d’uomo, il quale necessita invece del latte di sua madre, ben
più “diluito” e di facile digestione. Ma se per ogni neonato di
mammifero il latte della propria madre è sicuramente l’alimento migliore e più completo, così non è per gli adulti. Infatti per l’uomo già adulto, che è l’unico tra i mammiferi a bere latte anche quando lo svezzamento è terminato da tempo, sarebbero necessari ogni giorno oltre 4 litri di latte per coprire le sue esigenze nutrizionali! Un altro motivo di riflessione ci viene dalla constatazione che l’enzima che nel nostro stomaco inizia la digestione del latte (la lattasi) è normalmente presente dalla nascita fino agli 8-10 anni. Successivamente questa sostanza tende a scomparire. Proprio per questo moltissimi adulti accusano vari disturbi quando bevono il latte. Infine, bisogna anche riconoscere che il latte vaccino è spesso implicato, come causa principale o secondaria, in diverse patologie a sfondo allergico. Molti raffreddori primaverili, parecchi eczemi, quasi tutte le coliti migliorano decisamente se dalla dieta viene escluso il latte vaccino. Per tutti questi motivi non si può dire che il latte di mucca sia un alimento indispensabile per l’uomo e la donna adulta, nemmeno se incinta. Anzi, c’è addirittura chi sconsiglia in modo categorico di assumere latte e latticini durante la gravidanza. I nutrienti presenti nel latte possono ugualmente essere introdotti nell’organismo se la dieta è varia e ricca di alimenti freschi, crudi e integrali.
(Tratto dal mio libro IL CIBO IN GRAVIDANZA)
"La sanità degli uomini sta più nell'aggiustato uso della cucina e della tavola che nelle scatole degli speziali" Francesco Redi (1626-97)
lunedì 28 luglio 2014
mercoledì 23 luglio 2014
QUALI ALIMENTI FAVORISCONO LA PRODUZIONE DI LATTE MATERNO?
Per la neo-mamma una buona presenza sulla sua tavola di verdure e frutta fresche e crude è certamente indispensabile. Occorre poi limitare il più possibile gli alimenti conservati e addizionati con sostanze chimiche perché, attraverso il latte, arrivano direttamente al neonato. Si è oggi convinti che l’incremento notevolissimo delle malattie allergiche trovi una spiegazione anche nella precocità e nell’intensità con cui il piccolo viene messo in contatto con sostanze chimiche estranee. Per quanto riguarda il latte, che il berne giornalmente ne faccia produrre tanto alle mamme è un’affermazione tutta da dimostrare. Anzi, molto spesso il latte crea problemi digestivi alla madre e anche al lattante. Non sempre si hanno risposte positive, ma almeno nel 30-40% dei casi la sospensione del latte e dei derivati nell’alimentazione della madre porta alla scomparsa di coliche gassose e di irritazioni cutanee nel lattante.
Esistono infine alcuni alimenti da utilizzare con cautela o da evitare del tutto perché impartiscono al latte un gusto che può non essere gradito al piccolo. Si tratta di cipolla, aglio, porri, cavoli e asparagi. Altre piante, come i carciofi e la menta, limitano la produzione del latte.
Non dovrebbe essere necessario, ma è bene richiamare l’attenzione anche sul fatto che la nicotina, la caffeina, l’alcol e gran parte dei farmaci consumati dalla madre si ritrovano nel latte e il loro uso deve essere del tutto eccezionale o, se possibile, abolito. Un’integrazione con lievito di birra e con polline (un cucchiaio
di ciascuno al giorno) apporta i necessari supplementi vitaminici e minerali in misura più che sufficiente, se l’alimentazione complessiva è di buona qualità. Alcune piante favoriscono la montata lattea e rendono il gusto del latte migliore.
Ecco un’ottima tisana, da bere in ragione di una tazza dopo ogni poppata, anche per garantire il necessario e abbondante apporto di liquidi. Mescolate in parti uguali semi di finocchio e di anice verde, camomilla, liquirizia e luppolo. Mettete 4 cucchiai colmi di questa miscela in un litro d’acqua bollente e poi filtrate. Bevete senza dolcificare.
Non bisogna infine dimenticare che il miglior alimento per la madre che allatta è la fiducia in se stessa e il rapporto d’amore che la lega al suo piccolo.
(Tratto dal mio libro IL CIBO IN GRAVIDANZA)
Esistono infine alcuni alimenti da utilizzare con cautela o da evitare del tutto perché impartiscono al latte un gusto che può non essere gradito al piccolo. Si tratta di cipolla, aglio, porri, cavoli e asparagi. Altre piante, come i carciofi e la menta, limitano la produzione del latte.
Non dovrebbe essere necessario, ma è bene richiamare l’attenzione anche sul fatto che la nicotina, la caffeina, l’alcol e gran parte dei farmaci consumati dalla madre si ritrovano nel latte e il loro uso deve essere del tutto eccezionale o, se possibile, abolito. Un’integrazione con lievito di birra e con polline (un cucchiaio
di ciascuno al giorno) apporta i necessari supplementi vitaminici e minerali in misura più che sufficiente, se l’alimentazione complessiva è di buona qualità. Alcune piante favoriscono la montata lattea e rendono il gusto del latte migliore.
Ecco un’ottima tisana, da bere in ragione di una tazza dopo ogni poppata, anche per garantire il necessario e abbondante apporto di liquidi. Mescolate in parti uguali semi di finocchio e di anice verde, camomilla, liquirizia e luppolo. Mettete 4 cucchiai colmi di questa miscela in un litro d’acqua bollente e poi filtrate. Bevete senza dolcificare.
Non bisogna infine dimenticare che il miglior alimento per la madre che allatta è la fiducia in se stessa e il rapporto d’amore che la lega al suo piccolo.
(Tratto dal mio libro IL CIBO IN GRAVIDANZA)
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lunedì 21 luglio 2014
IL CIBO IN GRAVIDANZA, EDIZIONE GIUGNO 2014
E' uscita da pochi giorni l'edizione 2014 del mio libro IL CIBO IN GRAVIDANZA. Rivisto e rinnovato nei testi e nella grafica, in questo volume si trovano tante risposte
agli interrogativi che si affollano nella mente della futura mamma ("E' vero che in gravidanza bisogna mangiare per due?"; "Quali sono gli alimenti più adatti e quali è bene evitare?"...),
consigli per prevenire i disturbi più frequenti, uno schema dietetico e
gustosi menu all'insegna di ortaggi, verdura e frutta per diete mediterranee, vegetariane e vegane.
martedì 15 luglio 2014
POTASSIO (NON SOLO BANANE)
Hai bisogno di potassio? Mangiati le banane! Questa la
semplicistica indicazione che i medici danno solitamente ai loro pazienti
bisognosi di questo importante elemento minerale. Le variazioni in eccesso o in
difetto del potassio producono, nell’organismo umano, importanti effetti. Ad
esempio sull’equilibrio acido-basico, sulla contrazione dei muscoli (e quindi
anche del cuore), sui livelli della pressione arteriosa e sul rischio
cardiovascolare. È strano a dirsi, ma è solo dal gennaio 2013 che l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) ha fissato le linee guida sui fabbisogni di questo
importante nutriente. Secondo l’OMS, un adulto necessita di circa 3500 mg al
giorno di potassio. Quali sono gli alimenti che contengono buone quantità di
potassio? Certo, anche le banane (circa 300 mg/100 g), ma molto di più se ne
trova nei fagioli e nei piselli secchi (circa
1000-1300 mg/100 g), nell’uvetta, nelle prugne e nelle
albicocche secche (circa 800-900 mg/100 g), nelle verdure come spinaci, cavoli
e prezzemolo (circa 500-600 mg/100 g). La frutta (accreditata di solito
come grande apportatrice di potassio) ne contiene generalmente meno di 300
mg/100 g.
Banane e frutta da buttare? No di certo, ma un invito a non pensare
che un singolo alimento (la banana in questo caso) abbia effetti miracolosi. È
piuttosto dall’insieme della nostra razione alimentare che ci arrivano salute e
benessere.
(Da un mio articolo pubblicato sulla rivista Vita e Salute)
lunedì 7 luglio 2014
ΚΡΉΤΗ (CRETA)
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